Il delirio di Pioli Un allenatore presuntuoso, che non solo non impara dagli errori ma adesso fa pur

22/09/2023

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Ma Stefano Pioli si rende conto che sabato sera si è reso ridicolo dinanzi a tutto il mondo calcistico?
Qui la questione non è la sconfitta che fa parte del calcio, ci può stare e va accettata. Qui il punto fondamentale semmai è comprendere le ragioni di una serie di sconfitte nei derby che, ormai, sono ricorrenti e quasi tutte tremendamente uguali.
Pioli continua a mettere l’identità della squadra e le sue idee calcistiche dinanzi all’interesse della squadra. Pragmatismo? Nemmeno a parlarne.
L’Inter di Simone Inzaghi è una squadra forte negli spazi e lui cosa fa? Gli concede, per l’ennesima volta, tanto campo e pur essendo privo dei due difensori centrali più veloci pensa bene di giocare a sistema puro, esponendo Kjaer e Thiaw ad un costante uno contro uno che avrebbe fatto venire il mal di testa anche ai migliori Nesta e Maldini di vent’anni fa.
A fine partita, dopo aver concesso 4 reti su 5 all’Inter in questo modo, si presenta beato alle telecamere minimizzando una sconfitta che non può essere minimizzata. Semplicemente perché non è una sconfitta. Si tratta di una débacle, una di quelle batoste che rischiano di rimanere per lungo tempo nella testa della squadra.
L’arroganza con cui Pioli si è rapportato con i giornalisti alla fine della partita è indicativa. Quattro anni fa dopo il 5-0 di Bergamo l’allenatore rossonero aveva avuto un atteggiamento molto diverso. Più umile, maggiormente analitico. Sabato scorso no. Soltanto petto in fuori e sottovalutazione della batosta e del momento. Forse lo scudetto del 2022 gli ha fatto male.
Gli allenatori normali, quando vincono, si montano la testa. Diventano personaggi senza comprendere che tanti altri allenatori hanno vinto. Per sentirsi grandi allenatori bisogno evolvere, non rimanere attaccati ai propri dettami tattici, andare oltre ciò che si è costruito.
Lui non ci riesce e pensa di poter dire ciò che vuole dall’alto di uno scudetto vinto, al pari di tanti illustri signor nessuno.
Qualcuno, in società, dovrebbe intervenire per invitarlo a scendere da questo piedistallo d’argilla sui cui è salito. O forse sarebbe più semplice procedere ad un esonero perché la stagione è ancora tutta da giocare e c’è libero, sul mercato, un grande allenatore come Galtier. Le occasioni vanno sfruttate al volo.

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