C'è sempre il Milan sopra tutto e tutti! Derby da incubo, ma non per questo si smette di tifare

22/09/2023

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Speriamo che questa intolleranza a giocare decentemente i derby sia stata solo un caso legato all’anno 2023. Un vero e proprio incubo, sabato c’è stata la mazzata finale.
Punteggio non veritiero per sostanza, ma che comunque rimarrà registrato nell’almanacco. Pensare che degli ultimi cinque derby, questo è stato quello giocato meglio, se solo il nostro mister non si fosse intestardito in una tattica suicida, magari parleremmo di altro. Ma ormai è passato, e l’unico rimedio possibile, è mantenere un andamento alto nelle prossime partite, se vogliamo che la stagione abbia un significato, ed anche perché la forza di un club si vede dalla risposta ai capitomboli.
E’ sempre bene ricordare che, seppur una gara sentitissima, il derby vale tre punti come le altre. Adesso anche basta con questi continui insulti verso l’allenatore, e quelli del “PioliOut”, se ne facciano una ragione: il Milan cambierà guida tecnica solo in caso di risultati consecutivi mediocri. Quindi inutile sperare che la propria squadra del cuore faccia male per non vedere una persona seduta sulla nostra panchina, è un atteggiamento da gente poco lucida, da disagiati e ci fermiamo qui per mera educazione.
Il Milan è sempre sopra tutto e tutti, ma capiamo che alcuni ormai si sono creati un personaggio per darsi un tono in una vita pressoché desolata. I veri tifosi del Diavolo sostengono a priori squadra e allenatore, non mettono ulteriore pressione, sarebbe solo deleteria. Sulle dichiarazioni post partita da parte del coach, si poteva far sicuramente meglio, ma la storia delle scuse, per scagliarsi contro l’allenatore, fa abbastanza ridere.
Secondo molti detrattori, le scuse erano dovute dopo uno scempio del genere. Un allenatore ruffiano lo avrebbe fatto, magari non avrebbero messo altra benzina sul fuoco, ma in fin dei conti, le scuse per cosa esattamente? Non credo che il gruppo Milan sia stato contento della debacle di sabato sera, neppure il mister che si porterà dietro questo fardello più degli stessi atleti. E questo non perché Pioli sia milanista, ma perché poi è lui che sarà etichettato, un po’ come quando Ancelotti era etichettato che l’eterno secondo, ma non è l’unico caso. A noi sinceramente delle scuse a parole ci interessa relativamente zero, le scuse le vogliamo sul campo, con prestazioni all’altezza del nostro blasone.
Quante volte lo scorso anno nel periodo nero di gennaio abbiamo sentito le scuse, per poi rivedere sette giorni dopo lo stesso spartito? Quelle andavano bene o forse si è più presi in giro in quel caso? Polemica inutile e sterile come la frase sui 4 minuti che è stata decontestualizzata, come tutte le dichiarazioni del post gara, chi ha sentito l’intera intervista lo ha capito. Ma ormai qualsiasi cosa faccia l’allenatore non va bene, se fosse per gran parte dei tifosi, dovrebbe vincere 38 partite su 38.
Poi gli stessi ci dovrebbero spiegare perché fanno i diavoli a quattro per il mercato incompleto del Milan ed allo stesso tempo si aspettano la squadra vincente in tutte le competizioni in cui partecipa. Si mettano in pace con il proprio cervello, sempre ne abbiano uno.
Ogni grandissimo allenatore ha sul proprio curriculum alcune sconfitte cocenti, Pioli no, lui non può permetterselo, lui deve chiedere scusa. Ci tornano in mente due episodi, le scuse che doveva Maldini ai tifosi al rientro dalla nefasta Istanbul, oppure il 4-0 di Dortmund-Milan partita di coppa Uefa e lo 0-5 al trofeo Berlusconi con Ancelotti in panchina in entrambi. Non vogliamo paragonare i due mostri sacri rossoneri a Padre Stefano, ma chi voglia capire capisca.
Pioli quest’anno ha provato qualcosa di nuovo nel tipo di gioco, disinnescato nel derby, ma visibile nelle altre gare. Ad oggi il Milan ha 9 punti avendo giocato tre trasferte su quattro gare ed avendo incontrato Torino, Bologna, Roma e cugini. Ma ormai è già partito il “leit motiv” preferito dai disfattisti del diavolo: Pioli non è un allenatore da Milan. Gente che si è dimenticata in fretta di uno scudetto vinto e di un Milan che non è più quello con quattro palloni d’oro in rosa. Vogliono l’esonero immediato, dicono che finché c’è lui in panchina non si sentono rappresentati, Sono pronti ad accogliere Conte, dimenticandosi che ci ha definiti mafia del calcio mentre ci stavano letteralmente rubando uno scudetto, uno dei tanti.
Parlano di arroganza di Pioli, dimenticandosi gli show di Conte quando le cose gli vanno male. Si ricordano solo le vittorie, dimenticando i tre esoneri del tecnico pugliese: Chelsea, Tottenham e Juve, quasi tutti addii turbolenti tra l’altro.
Evidentemente non fa comodo, piuttosto di perorare una causa persa, si nega l’evidenza. Gli chiedi chi vorrebbe come nuovo mister, e rispondono che chiunque farebbe meglio dell’attuale.
Piccolo dato statistico, ma assai rilevante, Pioli come percentuale di vittoria è secondo nella storia del Milan, e se è vero che il campionato italiano non è più probante come una volta, è altrettanto veritiero che la rosa di oggi del Milan non è minimante paragonabile alle corazzate del passato. Non è interesse nostro difendere la persona Pioli, non la conosciamo personalmente e non siamo a suo libro paga, ma questa campagna di denigratoria e di odio ad ogni costo non ci piace e non è da milanisti. Sia cacciato se la squadra non lo segue, quello è l’unica spia su cui sorvegliare.
Chiuso il discorso coach, purtroppo dobbiamo parlare del pareggio di Champions che ci lascia l’amaro in bocca. La partita è stata giocata bene, cosa non semplice viste le cinque sberle fresche di sabato. Purtroppo siamo stati poco bravi ed anche sfortunati sotto porta, pareggio che si spera non sia decisivo ai fini della qualificazione, il girone è di ferro e lo si sapeva fin da subito. Abbiamo riabbracciato Tonali come giusto per chi ha dato alla causa, e non solo in campo, chissà se i pennivendoli riusciranno ad unire i puntini e capire la differenza di trattamento che avrà invece l’ex portiere quando tornerà con il suo Psg da queste parti.
Tra l’altro il buon Sandrino lo abbiamo visto più in partita durante il coro nel riscaldamento che durante la gara vera propria. In tribuna oltre al Pres che viene spesso quest’anno a Milano, c’era lo “svedesone”: anche lì le solite polemiche sterili, figuriamoci se a loro va giù che Ibra abbia un ottimo rapporto con Pioli, ed il management stia pensando a lui come trade d’union tra squadra e società. Vedremo se si concretizzerà in qualcosa di serio, sarebbe cosa buona e giusta.
Nel frattempo ha incontrato Jerry, che tra una partita e l’altra, sta spingendo per la questione stadio. Cambiando argomento, avete notato che il giorno dopo che esce una notizia su di noi, sul possibile nuovo impianto, il quotidiano sportivo nazionale rilancia con lo stadio a Rozzano per gli ospiti di San Siro? Padre tempo come sempre ci dirà la verità. Visto che ci siamo, vorremmo mandare un caloroso abbraccio a Monguzzi, tra qualche anno potrà fare le passeggiate con il cane fuori dai cancelli dello stadio chiuso, in quell’area verde, vero polmone di Milano, fa niente sia la città più inquinata di Europa. E ma a Monguzzi non gliela fai, così i ricavi di San Siro da qualcuno li dovranno prendere, e chi se non i cittadini del capoluogo lombardo?
Settimana difficile, ma solo una cosa possiamo augurarci, non mollare adesso, credere nella nostra società nei nostri valori nel nostro lavoro, cercare di tenere un rendimento alto e segnarci la data del 21 aprile, sarà il 2024, e magari sarà il momento della nostra rivincita.
FVCR

YouRedBlack


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