La grande delusione Non è per la sconfitta, non è per i rigori, ma per il clima che si respira

11/10/2024

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Il Milan sta attraversando un periodo di turbolenza che va ben oltre i risultati sul campo.
La recente sconfitta contro la Fiorentina ha messo in luce una serie di problematiche che sembrano minare le fondamenta stesse della squadra. Il caos che regna nello spogliatoio rossonero è diventato evidente agli occhi di tutti, sollevando interrogativi sulla capacità di Fonseca di mantenere il controllo della situazione.
L'episodio più eclatante è stato l'ammutinamento sui calci di rigore, una scena che raramente si vede su un campo di Serie A.
Vedere un capitano che sbaglia un penalty dopo averlo sottratto a un compagno di squadra è un segnale allarmante di una leadership in crisi. Ancora più grave è stata l'espulsione a partita ormai conclusa, un gesto di frustrazione che denota una mancanza di autocontrollo preoccupante per un giocatore che dovrebbe essere d'esempio.
Non meno inquietante è stato l'atteggiamento di alcuni difensori, più preoccupati di favorire gli amici in campo che di svolgere il proprio compito primario: impedire agli avversari di segnare. Questo comportamento mette in discussione non solo la professionalità dei singoli, ma anche lo spirito di squadra e l'attaccamento alla maglia.
La situazione è resa ancora più critica dall'apparente incapacità di Fonseca di farsi rispettare.
Un allenatore che non riesce a imporre la propria autorità rischia di perdere il controllo dello spogliatoio, con conseguenze potenzialmente disastrose per le prestazioni della squadra. Il silenzio post-partita della maggior parte dei giocatori, con la sola eccezione di Gabbia, è un ulteriore segnale di un ambiente in difficoltà, dove manca il coraggio di affrontare apertamente i problemi.
I tifosi del Milan, abituati a standard elevati sia in termini di risultati che di comportamento, si trovano ora a fare i conti con una sensazione di "disordine generale" che mal si concilia con la storia gloriosa del club.
La delusione non è tanto legata alla posizione in classifica, che rimane comunque competitiva, quanto alla percezione di una squadra che sembra aver smarrito la propria identità e i propri valori.
A complicare ulteriormente il quadro c'è la questione arbitrale.
Il paradosso di avere due regolamenti distinti, uno per l'area di rigore e uno per il resto del campo, sta creando confusione non solo tra i giocatori ma anche tra gli stessi direttori di gara.
Questa situazione contribuisce a creare un clima di incertezza e frustrazione che non aiuta certo a placare gli animi già tesi.
Il Milan si trova ora di fronte a un bivio cruciale.
La società dovrà intervenire con decisione per ristabilire l'ordine e riportare la squadra sui binari giusti. Sarà fondamentale riaffermare i principi di professionalità e rispetto reciproco che dovrebbero essere alla base di qualsiasi gruppo sportivo di alto livello.
Fonseca, dal canto suo, è chiamato a una prova di forza.
Dovrà dimostrare di essere in grado di gestire le personalità forti presenti nello spogliatoio e di ricreare quell'unità di intenti che in passato ha portato il Milan a grandi successi.
Solo attraverso un lavoro di squadra, che coinvolga dirigenza, staff tecnico e giocatori, sarà possibile superare questo momento di crisi e tornare a essere competitivi ai massimi livelli.
La pausa per le nazionali potrebbe rappresentare un'opportunità per riflettere e riorganizzarsi. Tuttavia, il tempo stringe e il Milan non può permettersi di perdere punti.


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