Paolo Maldini: Un viaggio attraverso l'evoluzione del calcio Ospite nel podcast Akos ha parlato della carriera e del calcio italiano

28/06/2024

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Paolo Maldini, icona del Milan e del calcio italiano, ha recentemente condiviso le sue riflessioni su come il calcio sia cambiato nel corso della sua lunga e illustre carriera, offrendo uno sguardo unico sull'evoluzione di questo sport.
Maldini ha iniziato ricordando i suoi primi anni nel calcio professionistico, quando le informazioni sugli avversari erano limitate e le analisi video quasi inesistenti. "Nei primi anni non c'erano tanti video," ha detto, sottolineando come la conoscenza degli avversari fosse principalmente basata su resoconti verbali. Questo contrasto con l'era moderna, dove l'analisi dettagliata è la norma, evidenzia quanto sia cambiato l'approccio tattico al gioco.
Parlando della sua formazione giovanile, Maldini ha enfatizzato l'importanza data alla tecnica rispetto alla tattica. "Si cercava di fare molta tecnica, pochissima tattica," ha ricordato, sostenendo che questo approccio rimane valido anche oggi. Ha criticato la tendenza attuale di sovraccaricare i giovani giocatori con nozioni tattiche, sostenendo che questo potrebbe soffocare la loro creatività e il loro sviluppo naturale.
L'ex difensore ha poi ricordato l'impatto significativo di figure chiave nella sua carriera. Ha descritto Nils Liedholm come "fondamentale", elogiandolo come un allenatore moderno e visionario che già negli anni '80 implementava tattiche considerate all'avanguardia. L'arrivo di Silvio Berlusconi al Milan ha segnato un altro punto di svolta, portando un'organizzazione aziendale che ha elevato tutti gli aspetti del club.
Maldini ha offerto interessanti spunti sui diversi approcci degli allenatori che ha avuto. Ha descritto l'era di Arrigo Sacchi come caratterizzata da un lavoro fisico intenso, a volte eccessivo, notando che "non si conosceva l'importanza del riposo". In contrasto, ha elogiato Fabio Capello e Carlo Ancelotti per aver dato più importanza al recupero, una pratica che considera fondamentale per le prestazioni di alto livello.
Un aspetto interessante emerso dall'intervista è l'evoluzione delle pratiche di allenamento. Maldini ha rivelato di aver iniziato ad allenarsi seriamente in palestra solo verso i 30 anni, una pratica ora considerata essenziale fin dai primi anni di carriera. Questo cambiamento riflette l'evoluzione della scienza dello sport e l'aumentata attenzione alla preparazione fisica nel calcio moderno.
L'ex capitano del Milan ha anche discusso dei cambiamenti nell'organizzazione del club, notando come lo staff medico e tecnico si sia ampliato enormemente nel corso degli anni. Da una situazione iniziale con poche risorse, si è passati a un team di professionisti altamente specializzati, riflettendo l'aumentata complessità e professionalità del calcio di alto livello.
Riflettendo sulla sua esperienza come dirigente, Maldini ha sottolineato l'importanza di supportare i giovani giocatori, non solo tecnicamente ma anche emotivamente. Ha espresso preoccupazione per il fatto che molte nuove proprietà straniere potrebbero non comprendere appieno l'importanza di questi aspetti "intangibili" che sono cruciali per il successo a lungo termine di un club.
Infine, Maldini ha condiviso alcuni aneddoti personali, nominando Ronaldo (il brasiliano) e Diego Maradona come i due giocatori più forti che abbia mai affrontato. Ha elogiato la loro capacità di cambiare le sorti di una partita con la loro tecnica, velocità e abilità nel segnare, sottolineando come questi giocatori eccezionali potessero stravolgere completamente le tattiche della partita.
Maldini ha anche affrontato la questione dei calendari sempre più fitti nel calcio moderno. Ha evidenziato come, a differenza di sport come l'NBA, il calcio richieda ai giocatori di competere in condizioni molto variabili, dall'inverno all'estate, in stadi aperti e con pochi giorni di riposo tra una partita e l'altra. "È praticamente impossibile," ha commentato, riferendosi alla difficoltà di mantenere costantemente alte prestazioni con un calendario così intenso.
L'ex difensore ha anche sottolineato l'importanza del riposo tra una stagione e l'altra, ricordando come spesso avesse avuto solo pochi giorni di vacanza. Ha evidenziato come questa mancanza di riposo adeguato possa portare a infortuni, un problema che persiste nel calcio moderno.
Parlando del suo approccio come dirigente, Maldini ha enfatizzato l'importanza di comprendere le esigenze dei giocatori, sia fisiche che mentali. Ha sottolineato come il supporto morale e psicologico sia fondamentale, specialmente per i giovani giocatori che affrontano le pressioni del calcio professionistico. "Sono cose non tangibili, ma che fanno le fortune dei club," ha affermato, sottolineando come questi aspetti siano spesso sottovalutati, specialmente dalle nuove proprietà straniere che potrebbero non avere una profonda comprensione della cultura calcistica.
Maldini ha anche riflettuto su come il successo nel calcio non si misuri solo in termini di trofei vinti, ma anche nella capacità di massimizzare il potenziale di una squadra. Ha sottolineato l'importanza di creare un ambiente che permetta ai giocatori di esprimersi al meglio, sia in campo che fuori.
L'ex capitano del Milan ha espresso preoccupazione per la direzione che sta prendendo il calcio moderno, con stagioni sempre più lunghe e richieste sempre maggiori ai giocatori. Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze commerciali e la salute dei giocatori, suggerendo che il calcio rischia di perdere parte della sua essenza se continua su questa strada.
In conclusione, le riflessioni di Maldini offrono uno sguardo unico sull'evoluzione del calcio negli ultimi decenni. La sua prospettiva, che abbraccia il ruolo di giocatore, capitano e dirigente, fornisce preziose intuizioni sulle sfide e le opportunità che il calcio moderno deve affrontare. Le sue parole servono come un promemoria dell'importanza di bilanciare innovazione e tradizione, prestazioni e benessere dei giocatori, nel continuo sviluppo di questo sport amato in tutto il mondo.


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