Qualche luogo comune di troppo Parametri zero e numeri reali sugli ingaggi del Milan raffrontati con quelli dei competitor

31/05/2024

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Si continua a sostenere, spesso con troppa sicumera, che il Milan non investa sui parametri zero e che, contestualmente, abbia una politica degli ingaggi ristretta rispetto a Inter e Juventus. Rispondono al vero queste affermazioni? Innanzitutto non è veritiero che il Milan americano non prenda giocatori a parametro zero.

Basti pensare agli esempi di Kjaer e di Ibrahimovic e in tempi più recenti di Giroud. Gli investimenti rischiosi sui parametri zero sono poi capitati anche al Milan. Finanziariamente il club sta ancora scontando l’operazione Origi, preso come attaccante di valore (con relativo emolumento superiore ai 5 milioni lordi), ma rivelatosi un flop sul piano del rendimento e del mancato ambientamento. Il suo prestito in Inghilterra non è andato bene e così, a fine stagione, il club rossonero dovrà fare i conti col ritorno alla base dell’attaccante belga.

Ma andiamo al tema decisivo.

Il Milan spende un po’ meno degli altri (Juventus e Inter) in emolumenti per i giocatori, ma ha comunque il quarto monte-ingaggi della Serie A.

Proprio grazie a questa virtuosa ed attenta politica di spesa, il Milan sa già di avere nella prossima estate il cosiddetto “spazio in bilancio” per tre operazioni di rafforzamento della rosa (difensore centrale, mediano e centravanti) che, presumibilmente, potrebbe portare il monte-stipendi a sfiorare quota 100 milioni di euro lordi. I club che, invece, hanno costi per gli emolumenti sopra la soglia cosiddetta di tolleranza (Juventus ed Inter) sono costretti a fare mercato a somma zero, senza poter investire liberamente le risorse a disposizione sui cartellini dei giocatori. C’è poi un interessante dato statistico: da quattro anni la Serie A non viene vinta dalla squadra che ha il monte-stipendi più alto. Anche in questa stagione, per esempio, ha vinto l’Inter che, sul piano del costo degli emolumenti, si trova dietro la Juventus che, nonostante costi altissimi, da 4 anni non riesce non soltanto a vincere lo scudetto, ma nemmeno ad essere competitiva per giocarsi il titolo sino alla fine. Attenzione infine ad un dettaglio decisivo ma ampiamente sottovalutato. Da tre anni, sostanzialmente da post COVID, Juventus ed Inter continuano ad avere il primo ed il secondo monte-stipendi della Serie A, ma i loro numeri si riducono di esercizio in esercizio su preciso mandato delle proprietà dei club. In due anni il monte-ingaggi dell’Inter è sceso da 156 mln a 119 mln, mentre il monte-ingaggi della Juventus, nello stesso arco temporale, è sceso da 180 mln a 125 mln. Se si analizzano le note integrative presentate da queste due società nelle ultime rendicontazioni contabili, si scoprirà che il mandato dei proprietari di questi due club è quello di ridurre ancora il monte-ingaggi a livelli maggiormente compatibili con l’attuale situazione del calcio. Il Milan, di contro, dal 2021 in poi, ha mantenuto lo stesso livello di spese per gli ingaggi (fra gli 86 e gli 87 milioni di euro).

Appare plausibile, stante l’aumento dei ricavi operativi a quota 450 milioni di euro, che il livello degli emolumenti dei giocatori si possa alzare fino a sfiorare quasi i 100 milioni di euro, in maniera prettamente armonica e coerente con le esigenze di bilancio. Pensare, tuttavia, che questo aumento delle spese per emolumenti dei giocatori possa essere garanzia di successi futuri è una pretesa svincolata dai riscontri reali. Il Milan che ha vinto il campionato nella stagione 2021-2022 aveva un monte-ingaggi di 87 mln; il Milan che è arrivato mestamente quinto nella stagione 2018-2019 aveva un monte-ingaggi di 142 mln. Non si vince con la spesa, ma con un efficace e razionale metodo di spesa.

Capitan Uncino

 


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