Il Milan dice addio a Pioli: la fine di un'era indimenticabi Lacrime, applausi e un legame indissolubile

31/05/2024

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Dopo mesi di voci, la scorsa settimana è diventato ufficiale: il ciclo di Stefano Pioli al Milan si è concluso.
Cinque anni sono davvero tanti per i canoni del calcio moderno, tanto più in Italia, dove sembra quasi impossibile progettare a lungo termine. Il Milan aveva provato a prolungare ulteriormente la gestione Pioli, con un ricco mercato estivo che aveva l'intenzione di rinnovare e ravvivare la rosa, ma cattivi risultati in Europa, l'incapacità di lottare per lo scudetto e i problemi nel gioco hanno convinto la società che fosse arrivato il momento di cambiare.
L'annuncio dell'addio con una clip sui canali social rossoneri è stato solo l'antipasto di ciò a cui avrebbero assistito i tifosi a San Siro: un ultimo saluto in grande stile, accanto a quelli di Kjær e Giroud.
Il pubblico milanista si è abituato agli addii commoventi. Prima, nel 2012, il saluto a una generazione di fuoriclasse straordinari, quella di Nesta, Seedorf, Inzaghi e anche van Bommel. Poi, lo scorso anno, quello a Zlatan Ibrahimović. Nomi che appartengono tutti al meglio del calcio recente, non solo alla storia del Milan. Il fatto che Pioli abbia saputo commuovere i tifosi al pari loro rende l'idea di quanto siano stati intensi gli ultimi cinque anni e di quanto fosse diventato profondo il legame tra questo gruppo squadra, col suo allenatore in testa, e il pubblico. A piangere non erano solo i tifosi sugli spalti, ma anche qualche giocatore in campo, come testimoniano gli occhi lucidi di Bennacer durante il discorso di commiato.
Il periodo di crisi, insomma, non ha scalfito l'amore tra Pioli e il mondo milanista.
I tifosi sono stati i primi, in questi mesi, a essere critici verso l'allenatore, ma la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di unico è rimasta intatta anche durante questo lungo addio. Probabilmente, tra qualche anno, quando si riguarderà indietro alla storia del Milan, a Pioli verrà riconosciuto come una figura di rilievo ancora più grande di quanto non sia oggi.
Se infatti il pubblico milanista oggi può dire di nuovo che "Milano non si accontenta", come recitava uno striscione esposto dalla Curva Sud in contestazione alla dirigenza qualche settimana fa, buona parte del merito è proprio di Pioli. Lui, il cui arrivo dopo l'esperienza alla Fiorentina sembrava proprio un sintomo di scarsa ambizione, ha portato il Milan a ricalcolare i suoi obiettivi e ha contribuito a trascinare fuori dalla mediocrità il gigante caduto in disgrazia per il quale anche una qualificazione in Champions sembrava un miraggio.



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