La questione Conte: se ne parla troppo (e si rinnega il passato) Le voci insistenti sul sostituto di Pioli fanno riflettere
02/02/2024
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Antonio Conte, il rinomato allenatore, è nuovamente al centro delle voci di un possibile incarico come capo tecnico del Milan.
La notizia ha scatenato dibattiti e speculazioni tra gli appassionati di calcio. Ritengo fondamentale, tuttavia, spostare l'attenzione da questa prospettiva e concentrarci sulle sfide che una figura di tale levatura potrebbe incontrare all'interno della struttura societaria attuale del Milan.
In passato, durante l'era di Adriano Galliani, c'era già stato un tentativo di portare Conte al Milan.
Ma, per ragioni ben note, l'accordo non si concretizzò.
Sarà in grado la società rossonera di gestire una personalità così autorevole senza compromettere il proprio controllo?
La presenza di Zlatan Ibrahimović, sebbene suggerisca una predisposizione positiva verso figure di spicco, non è sufficiente a garantire una gestione armoniosa.
Va notato che Ibrahimović è un dirigente senza esserlo, il braccio detro di Cardinale, presenzia alle partite anche della Primavera oltre che della prima squadra, ma non è in organigramma.
Una riflessione cruciale riguarda la motivazione dietro la scelta di Conte come allenatore.
Se si ritiene che la decisione si basi esclusivamente sulla questione salariale, è necessario considerare ulteriori elementi.
Il modello di gestione calcistica attuale della proprietà del Milan, sia sotto l'egida di Elliott che in passato, è orientato verso una visione specifica del calcio.
Se si dovesse puntare su Conte significa dare un calcio al passato e cambiare strategia.
Quanto alla questione economica, il Milan è in attivo, non avrà problemi a prendere e spendere.
Ma la questione è rinnegare il recente passato.
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